Tristezza

Tristezza


Hector Abad Faciolince, Trattato di culinaria per donne tristi, Sellerio Editore.

“Ma chi ha detto che è proibito essere tristi? In realtà, molte volte, non c’è nulla di più sensato che essere tristi; quotidianamente succedono cose, agli altri o a noi, per cui non c’è rimedio. o per meglio dire, per cui c’è quell’unico e antico rimedio di sentirsi tristi.
Non lasciare che ti prescrivano allegri,a come chi ordina un ciclo di antibiotici (…) Se lasci che trattino la tua tristezza come una perversione, o nel migliore dei casi, come una malattia, sei perduta; oltre a essere triste ti sentirai in colpa. E non hai colpa di essere triste. Non è normale sentire dolore quando ti tagli? Non ti brucia la pelle se ti danno una frustata?
(…)
Lo diceva già un poeta malinconico: <come l’aria riempie i vuoti che si formano tra i corpi, così la malinconia occupa le pause e gli intervalli tra le passioni; essa si insedia nei minimi spazi liberi, riempie tutti gli intervalli tra le passioni, fa in modo che un’anima in cui non c’è nè piacere nè felicità sia comunque un’anima in cui accade qualcosa>.
Vivi la tua tristezza, palpala, sfogliala nei tuoi occhi, bagnala di lacrime, avvolgila nelle grida o nel silenzio, copiala nei quaderni, segnala sul tuo corpo, fissala sui pori della tua pelle”.

Carola Sorrentino

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