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La violenza nella coppia

iceberg della violenza di genere

La #violenza all’interno delle #relazioni di #coppia è composta da tantissimi elementi.

Quelli che conosciamo (e che vediamo più o meno chiaramente) sono quelli in cima all’iceberg, ossia quelli fatti dall’#aggressione fisica e verbale (#percosse, #stupro, #minacce, #insulti, fino ad arrivare all’omicidio o, per essere più chiara, al #femminicidio.

Troppe volte anche questi segnali così evidenti vengono declassati a “liti tra moglie e marito”, a “se lo sarà cercato”, e commenti terribili simili.

Ma la violenza, non è mai una risposta.

Poi c’è tutta la parte sommersa dell’iceberg, cioè quella fatta di violenze invisibili, velate, manipolatorie, subdole, che continuano negli anni.

Ed è fatta di #umiliazioni, #ricatti emotivi, #svalorizzazione, #controllo, #colpevolizzazioni, #linguaggioSessista, #menzogne e così via…

Questi ultimi elementi sono una forma di maltrattamento che mira a svalorizzare l’altr*, ad annullare la sua #autostima, la sua identità.

La relazione diventa così una prigione da cui la #vittima in moltissimi casi non riesce ad uscire.

Siamo noi, gli/le spettatori/trici silenzios* di questo stillicidio quotidiano, quell* che possono spezzare per prim* questo circolo vizioso e fare in modo che cose del genere non accadano, per lo meno ai nostri vicini di casa…

#violenzadigenere #amnestyinternational #relazionipericolose #psicologia #stopviolenzasulledonne

Coronavirus, la psicologa: “Paura e nostalgia della vita ‘reale’: ecco come affrontarle”

La dottoressa Carola Sorrentino, psicologa psicoterapeuta attiva a Perugia: “Controllare le emozioni per evitare comportamenti dannosi alla collettività. Per i giovani è più dura, ma l’emergenza può essere un’occasione…”C

L’emergenza Coronavirus, con l’Italia trasformata dal Governo Conte in ‘zona protetta’ nella sua totalità per arginare il diffondersi del contagio, ha d’improvviso cambiato la vita di tutti i cittadini. Persone di ogni età e regione costrette a isolarsi dal mondo esterno e ad affrontare una condizione inedita, con tutte le ripercussioni del caso a livello psicologico: “La prima cosa di cui mi parlano i miei pazienti in questi giorni di emergenza sanitaria è la paura – spiega la dottoressa Carola Sorrentino, psicologa psicoterapeuta attiva a Perugia -. Paura di essere contagiati, paura di contagiare i propri cari, paura di non saper affrontare la situazione, paura di stare chiusi in casa e di non saper gestire una quotidianità fatta di restrizioni, di non socialità e così via”.

Ma cos’è la paura?
“È un’emozione cosiddetta primaria, cioè universale, presente in modo innato in ogni essere umano (e anche negli animali) insieme a gioia, rabbia, tristezza, disgusto. La sua funzione è di sopravvivenza. Infatti la paura ci aiuta nei momenti in cui c’è qualcosa che minaccia la nostra vita e la risposta che noi diamo a questa minaccia è di fuga dal pericolo o di attacco”.

E cosa succede quando non riusciamo a tenere più sotto controllo questa emozione?
“Nel momento in cui la paura oltrepassa una certa soglia, cioè quando diventa ad esempio panico, non riusciamo più ad avere una risposta oggettiva all’evento. È allora che mettiamo in atto pensieri e comportamenti ‘disfunzionali’, che possono diventare dannosi per noi stessi e per gli altri come ad esempio è successo con l’accalcarsi agli ingressi dei supermercati”.

Cosa possiamo fare praticamente?
“Il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi ha redatto un breve vademecum (consultabile online, ndr) in cui si propone un decalogo anti panico e si raccomandano alcune buone pratiche per affrontare il coronavirus: evitare la ricerca compulsiva di informazioni e affidarsi a fonti affidabili, in primis Ministero della salute e ISS, oltre che assumere comportamenti responsabili a protezione della collettività, in quanto il coronavirus non è un fenomeno individuale ma comunitario. Quando le emozioni sono troppe diventa difficile rimanere ‘lucidi’, ma possiamo cercare di sostenere le persone emotivamente più fragili, tenendo presente che le emozioni non possono venire bloccate: se ho paura, ho paura, non posso impedirmi che sia così. Posso però sentirmi meglio se accanto ho qualcuno che mi accoglie senza giudicarmi”.

Quali pesone soffrono di più l’isolamento?
“La mia impressione è che quelli più esposti alla solitudine e in difficoltà a tenere i ritmi lenti, che ci sono dati dall’obbligo di stare in casa il più possibile, siano paradossalmente le persone più giovani. Abituati a ritmi frenetici, sempre attaccati ai social e ora chiusi in casa si accorgono che tutto questo non basta più e cominciamo ad avere una sorta di nostalgia di vita ‘reale’. In un ottica più generale comunque non siamo più abituati a stare con noi stessi, passiamo sì del tempo in casa ma siamo sempre connessi, incapaci si stare ‘senza fare niente’, a pensare a ciò che deve ancora venire. Abbiamo perso un po’ la relazione con il presente, con quello che ci accade ora e anche se è difficile cambiare abitudini e modi di essere, siamo in grado di far diventare la necessità un momento di creatività e chissà, potremmo scoprire cose nuove di noi e nuove risorse”.

Il ‘virtuale’ può comunque aiutare?
“Molti musei nel mondo sono visitabili in modo virtuale, ci sono audiolibri scaricabili gratuitamente, possiamo cucinare tutte quelle cose che di solito non possiamo per mancanza di tempo (cercando di non fare però abbuffate e di non buttarci sul cibo spazzatura), possiamo fare delle videochiamate con le persone che amiamo, giocare con i nostri figli facendo emergere quella creatività che a causa di tablet, smartphone e della tecnologia più in generale abbiamo perso. Quante cose possiamo fare con una semplice scatola? Può diventare un castello, un’astronave, una tana, un’installazione…”

A chi chiedere aiuto?
“Provare emozioni è umano ed è quindi normale sentirsi spaventati, tristi, disorientati, fragili. Non abbiate paura a rivolgervi, oltre che al medico di base, ad uno psicologo o a uno psicoterapeuta. Essere vulnerabili fa parte di noi”.“

Potrebbe interessarti: http://www.perugiatoday.it/attualita/coronavirus-vademecum-psicologi-decalogo-anti-panico-come-affrontare-paura-nostalgia-vita-reale.html

La Psicologia nella Scatola

calendario ufficiale del progetto

La Psicologia Nella Scatola è un progetto nato per dare la possibilità a tutti di essere protagonisti nella scelta di argomenti a tema psicologico, da trattare in eventi che avranno luogo in diverse località dell’ Umbria durante il 2020.

Gli argomenti oggetto del programma sono stati suggeriti nei messaggi lasciati dai cittadini nelle “scatole delle idee” disseminate sul territorio umbro.

Il progetto nasce dalla collaborazione di due psicologhe psicoterapeute, dott.ssa Carola Sorrentino e Monica Morelli e l’ Ordine degli Psicologi dell’Umbria, con la finalità di diffondere la scienza psicologica e le sue numerose declinazioni all’interno della comunità.

Dedicato a Te

Non ti auguro un dono qualsiasi,

ti auguro soltanto quello che i più non hanno.

Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere;

se lo impiegherai bene, potrai ricavarne qualcosa.

Ti auguro tempo, per il tuo fare e il tuo pensare,

non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri.

Ti auguro tempo, non per affrettarti e correre,

ma tempo per essere contento.

Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo,

ti auguro tempo perché te ne resti:

tempo per stupirti e tempo per fidarti

e non soltanto per guardarlo sull’orologio.

Ti auguro tempo per contare le stelle

e tempo per crescere, per maturare.

Ti auguro tempo, per sperare nuovamente e per amare.

Non ha più senso rimandare.

Ti auguro tempo per trovare te stesso,

per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono.

Ti auguro tempo anche per perdonare.

Ti auguro di avere tempo,

tempo per la vita.

Elli Michler, Dir Zugedacht – Dedicato a te (2004)